L’avventura europea del Tasmania Berlino

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La peggiore squadra della storia della Bundesliga. È questa l’etichetta che il Tasmania Berlin SC, club della capitale tedesca, il cui “erede” il SV Tasmania Berlin disputa attualmente la quinta serie, si porta dietro dal 1966, quando terminò il massimo campionato dell’allora Germania Ovest in ultima posizione con otto punti, 108 gol fatti e 15 subiti. Nel loro percorso i biancoblù hanno però anche vissuto delle buone stagioni, con addirittura una partecipazione alla Coppa delle Fiere. È il 1961 e la Bundesliga non esiste ancora. Al suo posto si disputano cinque gironi di Oberliga, al termine dei quali le migliori squadre vanno a giocarsi il titolo in una fase finale. In uno di questi raggruppamenti, la Vertragsliga Berlin, c’è il Tasmania.

Dieci squadre che si affrontano in un girone di andata-ritorno-andata. I biancoblù prendono il comando alla prima giornata, che si disputa il 13 agosto 1961, mentre in alcuni punti della città, tra il settore occidentale e orientale di Berlino si sta costruendo il Muro, che cambierà le sorti della capitale e d’Europa. Non lo lasceranno più. Gli avversari più accreditati sono i “cugini” dell’Hertha, battuti due volte su tre, l’ultima il 10 marzo 1962, nell’incontro che dà il titolo berlinese al Tasmania. Il successo porta la compagine della “città dell’Orso” alla fase finale del campionato. Nel girone di sola andata, valida come eliminatoria, i biancoblù finiscono secondi, dietro il Norimberga, futuro finalista perdente e guidato in campo da Max Morlock, già campione del mondo con la Germania nel 1954. L’anno successivo il Tasmania ha da affrontare una nuova sfida. Insieme al Viktoria Köln e al Bayern Monaco la formazione viene selezionata, anche per l’importanza della città, per rappresentare la Germania Ovest nella Coppa delle Fiere 1962-1963.

Il sorteggio li accoppia alla selezione della città di Utrecht, creata ad hoc per la competizione, visto che per regolamento era vietato che partecipassero più squadre dello stesso centro. Nella rosa degli olandesi ci sono i giocatori di tre club: DOS, Velox e Elinkwijk, alcuni dei quali militano in Nazionale come l’attaccante Frans Geurtsen e Humprey Mjinals, primo calciatore nero a esordire in maglia Oranje. I tedeschi invece sono di fatto la stessa squadra che pochi mesi prima è diventata campione cittadina, capitanata da Hans-Günter Becker e guidata dalla panchina da Fritz “Napoleon” Maurischat. Al Galgenwaard i berlinesi tengono botta. Al 55′ sono addirittura davanti, con le reti del laterale Horst Greuel e di Wolfgang Neumann, che fino a qualche tempo prima, infornava panini e dolci nel negozio di suo padre. Al 90′ però il tabellone dice 3-2 per gli olandesi grazie a Josef Siahaya e alla seconda rete di Geurtsen.

Poco più di un mese, in un Olympiastadion quasi deserto (6mila spettatori) ai tedeschi serve vincere, almeno per andare allo spareggio, visto che non è stata ancora introdotta la regola che premia chi ha segnato più gol in un doppio confronto. A Berlino si ripete lo stesso copione. Vantaggio degli uomini di Maurischat, questa volta con Wolfgang Rosenfeldt, peraltro già in campo un anno prima con la selezione cittadina contro il Barcellona, poi rimonta degli oranje a cavallo della mezz’ora. Partita decisa, come la qualificazione, che prende la strada dei Paesi Bassi. La selezione di Utrecht peraltro uscirà al turno successivo, con gli scozzesi del Hibernian. Il Tasmania, che si dissolverà nel 1973 per poi rinascere come SV Tasmania Berlin, non tornerà mai più in Europa. In compenso arriverà per la prima e unica volta in Bundesliga. Cucendosi addosso un’etichetta che non riesce a scucirsi, neanche dopo 50 anni.

Una settimana “all’inglese”

Tre partite in sette giorni. Sono quelle che vedranno gli appassionati di calcio tedesco nella settimana precedente a Natale. Un turno infrasettimanale che in Bundesliga è stato introdotto nella stagione 1965-1966. Una decisione per certi versi rivoluzionaria (la massima serie giocava i suoi match il sabato pomeriggio), arrivata al termine di una delle estati più “calde” della storia. Alla fine del campionato 1964/1965 infatti la DFB retrocede d’ufficio per irregolarità finanziarie l’Hertha Berlino. Manca un regola per decidere di prende il suo posto. Per rimpiazzare i biancoblù nella Bundesliga a 16 squadre la Federazione sceglie di ammettere il Karlsruhe, che segue la “Alte Dame” in classifica. Lo Schalke, ultimo protesta, come contestano la decisione il SSV Reutlingen, perdente nei play off promozione, il TeBe e il Tasmania Berlino, le due formazioni di seconda divisione, che vorrebbe prendere il posto dei “cugini”, dato che per le regole dell’epoca una squadra della Capitale ci deve sempre essere in Bundesliga. La DFB ne esce come un capolavoro di diplomazia. Oltre al Karlsruhe sono inserite nell’organico della nuova prima divisione lo Schalke 04 e Tasmania (dopo il rifiuto dello Spandauer SV), oltre alle due neopromosse Borussia Mönchengladbach e Bayern Monaco. La massima serie passa così da 16 a 18 squadre. Un allargamento che porta con sé l’aggiunta di quattro partite, tra andata e ritorno. Così si decide di fissare per la prima volta dei match infrasettimanali. La prima data per una englische Woche, così come i tedeschi, chiamano tutt’ora una settimana in cui si giocano tre match, è mercoledì 20 ottobre, nona giornata di campionato. Nove incontri spalmati tra la sera e il pomeriggio, con addirittura un tris di partite Borussia Mönchengladbach-Hannover,Tasmania Berlino-Stoccarda e Borussia Neunkirchen-Meidericher SV fissate alle 15.45.

La prima rete “settimanale” della Bundesliga la segna a Berlino il difensore dello Stoccarda Klaus-Dieter Sieloff al 20′, uno che diventerà una colonna del grande Borussia Mönchengladbach e che fino a 14 anni aveva un’altra passione, la boxe praticata a livello dilettantistico. In quella giornata si segnalano un gol di Netzer, per aprire il 2-0 dei Fohlen e tre doppiette: quella di Franz-Peter Neumann del Fortuna Düsseldorf, di Lothar Emmerich del Borussia Dortmund contro il Norimberga alle ore 19 e di Rudolf Nafziger, nel colpo esterno del Bayern Monaco con l’Amburgo, in uno dei primi match della storia della Bundesliga, insieme al contemporaneo Monaco 1860-Schalke 04, ad essere giocato in orario serale.

Il match del Volksparkstadion è il primo nella massima serie a girone unico tra Bayern e Amburgo, che poi diventeranno grandi rivali nel calcio tedesco tra Anni Settanta e Ottanta, ma anche una partita in cui succede un fatto inusuale. A metà del primo tempo Sepp Maier, portiere dei bavaresi si infortuna al ginocchio dopo uno scontro con la bandiera del HSV e della Nazionale Uwe Seeler.

Non si sono le sostituzioni e in porta ci deve andare un giocatore di movimento. Il tecnico Čajkovski sceglie il suo attaccante Gerd Müller, autore della rete del 2-0, che durante gli allenamenti si cimenta spesso tra i pali. Entra senza guanti e con la divisa del collega. È reattivo e scattante, come davanti alla porta avversaria, tanto che riesce a bloccare pure un cross di Manfred Pohlschmidt. La sua parentesi da numero uno di Müller durerà lo spazio di alcuni minuti, prima che Maier rientri stringendo i denti. Alla fine sarà un sensazionale 4-0, soprattutto visto che il Bayern è in quel momento una neopromossa. Sepp e Gerd, già amici fuori e dentro il campo sono elogiati come gli eroi del giorno. Lo saranno tante volte in carriera, insieme. Ma mai come portiere e… portiere.